15 novembre 2007

Cidac: tipicità e tecnologia per poter vendere qualità



Tipicità e tecnologia per vendere qualità. E’ questo il segreto dell’ipermercato Gros Cidac. Alberto Celesia, 60 anni, amministratore delegato della società, con un azionariato completamente valdostano che da 35 anni guida la società mette in stretto legame questi due elementi. «Da un lato – spiega Celesia - c’è il radicamento sul territorio e i nostri buoni rapporti con i produttori locali, in particolare con quelli dell’agroalimentare (vini, salumi, formaggi); dall’altro tra Piemonte e Valle d’Aosta siamo sicuramente una delle aziende tecnologicamente più avanzate. Il nostro impianto di climatizzazione non teme confronti». Celesia sottolinea anche come la Valle d’Aosta abbia un parco clienti particolarmente interessante, con possibilità economiche medio-superiori e propenso ad accettare proposte di qualità. «Fare impresa però sarebbe impossibile – aggiunge – senza un collegamento esterno». Il riferimento è al Gruppo di acquisto C3 cui la Cidac aderì 35 anni fa’ a Milano. Si tratta di 23 ipermercati sparsi su tutto il territorio nazionale che insieme si occupano di tutte le politiche commerciali (ad esempio la contrattualizzazione dei fornitori) e di evoluzione tecnologica delle nostre aziende. «Queste strutture sono tutte fortemente radicate sul loro territorio regionale – aggiunge Celesia – E in effetti a differenza di Francia e Germania dove le grandi distribuzioni classiche hanno annullato la distribuzione locale – proprio per la capacità tutta italiana di meglio percepire i gusti del consumatore e di saper crescere avendo il coraggio di investire – la grande distribuzione italiana non soltanto ha retto, ma addirittura sta crescendo. Al consumatore italiano e valdostano non piacciono le strutture clonate, una uguale all’altra, ma apprezza l’assortimento che nasce anche dalla capacità di saper entrare nei prodotti di nicchia seguendo con attenzione i produttori».

La Cidac nasce ad Aosta nel 1949 come azienda di distribuzione all’ingrosso di proprietà al 100% valdostana, dopo un periodo come cash and carry, nel 1974 si trasforma in un ipermercato di medie dimensioni, passando poi alla vendita al dettaglio. Nel tempo l’azienda provvede ad acquisire nel circondario un’area di circa 60 mila metri quadri e nel 1988 deposita la domanda dove già si ipotizza l’attuale ristrutturazione radicale del negozio. «Una delle nostre particolarità – spiega Celesia- è quella di essere situati a poche centinaia di metri dal centro storico del capoluogo regionale e proprio per questa nostra collocazione il nostro ampliamento ha dovuto piegarsi a precisi criteri che garantissero un basso impatto ambientale. Ad esempio sul tetto abbiamo dovuto predisporre un manto erboso di circa 5000 metri quadri con un impianto di microirrigazione che ci comporta anche degli evidenti costi di manutenzione. D’altra parte chi guarda Aosta da Pila vede un vero e proprio prato che segue il normale corso delle stagioni e quasi non si accorge della nostra struttura».

Operazioni che nell’ultimo decennio hanno visto investimenti pari a circa 25 milioni, ma che stanno avendo positive ricadute sugli incassi, in continua crescita nell’ultimo quinquennio. La qualità dell’offerta Cidac attrae anche i consumatori francesi, anche loro alla ricerca di una grande distribuzione alternativa, in grado di offrire le ricchezze del proprio territorio. «In Francia – osserva Celesia - abbiamo pianificato numerose campagne pubblicitarie mirate nelle regioni d’oltreconfine, come ad esempio la Savoia, proprio per meglio intercettare questa clientela. E abbiamo un bel ritorno con una clientela regolare».

Celesia sottolinea anche l’importanza della risorsa umana e del lavoro di équipe. «La nostra azienda – dice l’ad – occupa circa 300 persone ed è soltanto grazie alla collaborazione di un gruppo che si riescono ad ottenere dei risultati. La nostra è una struttura creata sui capireparto, attualmente 22, e c’è da parte di tutti la massima voglia di fare, di specializzarsi, di garantire professionalità. Proprio quest’anno abbiamo fatto, ad esempio, dei corsi ad hoc per loro. Una struttura di questo genere del resto è estremamente impegnativa perché si è aperti sette giorni su sette alla settimana e la vita comincia alle cinque del mattino nel punto vendita e finisce alle dieci di sera con le pulizie». «Soprattutto nei freschi e freschissimi, dove ormai facciamo il 50% del nostro fatturato – conclude – è fondamentale avere dei professionisti: dalla macelleria al pescivendolo. La professionalità comunque, ribadisco, è quella
che dà i risultat
i». (Pubblicato sul Corriere della Valle del 24 maggio 2007)

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