25 gennaio 2008

Spunti di riflessione 9 - Agricoltura e turismo: quali le possibili integrazioni?


Venerdì scorso l’Osservatorio sul sistema montagna «Laurent Ferretti», della Fondazione Courmayeur ha organizzato in collaborazione con l’Institut agricole régional, presso il Mont Blanc Hotel Village di La Salle, l’Incontro dibattito su "Agricoltura e turismo: quali le possibili integrazioni?". Complesso e delicato il tema. L’agricoltura di montagna, più onerosa rispetto all’agricoltura di pianura, permette di mantenere un ambiente di alto valore paesaggistico e la creazione di prodotti di qualità del terroir che rappresentano degli atout importanti per la promozione territoriale. Attualmente l’agricoltura montana si trova in una fase problematica a causa della stagnazione dei prezzi di mercato e dell’aumento dei costi di produzione. Questa situazione potrebbe provocare la contrazione del comparto agricolo ed il conseguente impoverimento paesaggistico del territorio, l’incremento dei rischi idrogeologici e la riduzione delle produzioni tipiche. Dall’altro lato i turisti, sempre più attenti al territorio ed alle produzioni locali, richiedono questi prodotti. Una risorsa non ancora sfruttata appieno è la creazione di sinergie tra l’agricoltura ed il turismo, grazie alla diversificazione delle produzioni agricole, l’adeguata valorizzazione dei prodotti ed un efficiente distribuzione sul territorio. L’Incontro si proponeva di discutere questo tema, partendo dalla presentazione della ricerca “L’integrazione tra l’agricoltura e gli altri settori dell’economia di montagna nella Comunità montana Valdigne Mont Blanc”, promossa dallo stesso Osservatorio, in collaborazione con l’Institut, e realizzata dal dottor Hervé Lale Murix. Purtroppo non ho potuto partecipare all’incontro ma, con la consueta cortesia, la Fondazione mi ha fatto pervenire il testo dell’intervento di Lale Murix che avevo chiesto. L’ho trovato, come immaginavo, particolarmente interessante e perciò vorrei proporre ai lettori di questo blog le sue conclusioni nella speranza di avviare un dibattito sull’argomento. Ecco dunque la parte finale dell’intervento del ricercatore, borsista della Fondazione Courmayeur, Hervé Lale Murix.

Le problematiche evidenziate e le ipotesi operative
Da quanto sin qui esposto sono emerse alcune criticità settoriali per risolvere le quali possono essere sviluppate alcune ipotesi operative. Per il settore agricolo al fine di rendere più competitivo il comparto sarebbe auspicabile, tra l’altro:

- diversificare le produzioni attraverso l’introduzione di colture ad elevato valore aggiunto: piccoli frutti, erbe officinali, prodotti ortofrutticoli, allevamento di selvaggina;

- integrare verticalmente la filiera produttiva offrendo al mercato prodotti trasformati con maggior valore aggiunto;

- diversificare l’azienda agricola verso i settori secondari e terziari attraverso la creazione di offerta turistica (agriturismo) o prestazione di servizi (maestro di sci, appalti per manutenzione stradale, valorizzazione dell’artigianato tipico);

- favorire la cooperazione tra aziende al fine di ridurre i costi di gestione, di ottimizzare gli investimenti e di valorizzare le produzioni;

- rafforzare la presenza commerciale delle aziende agricole attraverso:
1. la sperimentazione di contratti preventivi di fornitura con aziende turistiche per programmare le produzioni specialmente se ortofrutticole;
2. la creazione di soggetti in grado di offrire i prodotti locali in modo organico;

- orientare i consorzi di miglioramento fondiari al coordinamento delle attività produttive finalizzate alle esigenze della clientela turistica.

Per il settore turistico le criticità sono legate soprattutto al fatto che la maggior parte delle maestranze e degli operatori non sono locali e quindi presentano conoscenza limitata dei prodotti del territorio. Risulta pertanto importante un’azione di aggiornamento degli addetti al settore, in coordinamento con le iniziative già in atto ad opera dell’Assessorato regionale al turismo.
Si può quindi puntare sulla formazione continua attraverso l’organizzazione di corsi di aggiornamento, visite in aziende, organizzazione di eventi, quali fiere ed esposizioni in cui presentare anche opere di artigianato.
Si dovrebbe inoltre prediligere l’inserimento di figure professionali locali adeguatamente preparate. Sarebbe utile anche creare maggiori connessioni tra istituti di istruzione professionale nei rispettivi settori al fine di sensibilizzare i futuri agrotecnici sulle tematiche legate al turismo e i giovani operatori turistici sulla valorizzazione dei prodotti locali, sulle aziende produttrici e sulle problematiche legate alla gestione del paesaggio e dell’agricoltura.
Soggiorni tematici con visite in aziende agricole, stages di cucina, riscoperta del patrimonio rurale tipico come antichi borghi, sentieri, rus e aree protette potrebbero essere alcune ipotesi operative per valorizzare il Terroir e fidelizzare il turista.
Concludendo, queste iniziative dovrebbero permettere di creare sinergie positive fra i differenti settori offrendo un prodotto agricolo di qualità, caratterizzato territorialmente, capace a sua volta di generare una domanda costante e crescente di prodotti del territorio.
Gli enti locali dovrebbero individuare, in accordo con le aziende agricole, le aree maggiormente vocate all’agricoltura e salvaguardarle tramite le scelte dei propri Piani regolatori generali.
Importante sarebbe inoltre un’azione di sensibilizzazione presso la popolazione più giovane cui possano derivare, dall’integrazione tra agricoltura e turismo, nuove opportunità di lavoro e di impresa.

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