21 marzo 2008

Valle d'Aosta: per l'industria piano strategico da 160 milioni di euro

La Valle d’Aosta ha il suo piano strategico regionale di posizionamento e sviluppo del territorio. Il Comitato di pilotaggio (presieduto dall’Assessore alle Attività Produttive Leonardo La Torre) ha dato la scorsa settimana il suo ok al progetto elaborato dalla Società Ambrosetti di Milano, incarico finanziato nel quadro del Programma operativo regionale «Competitività regionale 2007/2013» e cofinanziato dall’Unione europea attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale. Unica incognita, per ora, l’ammontare della dotazione finanziaria complessiva su cui si dovrà esprimere nei prossimi giorni la Giunta regionale guidata da Luciano Caveri. Le prime stime ipotizzano una cifra tra i 120 e i 160 milioni spalmati nel sessennio 2007-2013, di cui il 50% a carico della Regione e il restante 50% dei partners privati che non saranno soltanto valdostani. Le risorse dovranno essere reperite non soltanto all’interno del bilancio regionale, ma anche sui programmi operativi comunitari e statali. Un’operazione delicata anche perché per la sua durata va ad impegnare il futuro governo regionale (in Valle d’Aosta si vota anche il 25 maggio per il rinnovo del Consiglio regionale). Il piano individua per la prima volta un modello di specializzazione produttiva della Valle d’Aosta incentrato su tre obiettivi. Prima di tutto la valorizzazione della specificità ambientale alpina che da «elemento di marginalizzazione» deve trasformarsi in eccellenza e risorsa per lo sviluppo. Poi la focalizzazione di quattro piattaforme tecnologiche regionali (vedi tabella) che permettano di creare la massa critica sufficiente per garantire lo sviluppo orientandosi verso ambiti ad alta intensità di innovazione e valorizzando la qualità degli insediamenti già presenti sul territorio. Quattro gli ambiti individuati: tecnologie per il monitoraggio e la sicurezza del territorio; energie rinnovabili e risparmio energetico; tecnologie per la salvaguardia ambientale e il ripristino di ecosistemi e elettronica, microelettronica, micro robotica e meccatronica. Ambiti nei quali la Valle intende trasformarsi entro il 2015 in una realtà di eccellenza veicolando sul proprio territorio il maggior numero di tecnologi innovative applicate anche in modo sperimentale. «Il modello di trasferimento tecnologico ottimale – spiega l’assessore la Torre – prevede che la predisposizione di progetti e bandi faccia perno sulla domanda di innovazione e ricerca derivante dalle imprese che verranno messe in competizione tramite meccanismi di selezione delle proposte di progetto presentate». «Tale approccio – prosegue La Torre –, oltre a mettere alla guida del processo di sviluppo gli imprenditori stessi e i loro progetti di business, vuole garantire maggiore flessibilità evitando la creazione di sovrastrutture pubbliche». In base all’analisi fatta dal team di professionisti messi a disposizione dalla società milanese il modello «mette in campo le capacità manageriali e strategiche delle imprese coinvolte, si inserisce all’interno di un orientamento strategico definito, richiede un impegno finanziario delle aziende, oltre alla capacità delle stesse di tradurre la ricerca in risultati economici e incentiva alla cooperazione strategica con enti scientifici e università e allo stesso tempo con partner locali e sovra-regionali, dando origine a reti scientifiche e di aziende». Terzo obiettivo del modello di specializzazione definito la qualificazione del tessuto socio-economico regionale puntando a creare prospettive occupazionali qualificate in imprese, università e centri di ricerca e favorendo la diffusione di reti regionali e sovra-regionali di Ricerca e Sviluppo, settore, quest’ultimo, dove dovrebbe aumentare in maniera consistente la disponibilità di risorse regionali. Il piano nel concreto prevede quattro iniziative strategiche di sviluppo del business nelle quattro piattaforme tecnologiche, con il chiaro intento di superare una logica di incentivazione generalista e ricorrendo al meccanismo competitivo della «chiamata di idee», e ventuno iniziative strategiche di sistema finalizzate a creare le condizioni di contesto, ad esempio la predisposizione di pacchetti di attrazione degli insediamenti produttivi tramite l’armonizzazione del sistema degli incubatori d’impresa, la definizione di servizi reali alle imprese, la facilitazione degli insediamenti. Lo studio ipotizza anche l’attivazione di tavoli negoziali a livello centrale per la creazione di un distretto tecnologico. (Pubblicato sul Sole 24 Ore Nord Ovest del 19 marzo 2008)

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web