18 agosto 2008

Interessante dibattito sul turismo

Sul blog di Eddy Ottoz ho invitato i visitatori a dibattere sull'intervista rilasciatami dall'Assessore al Turismo Aurelio Marguerettaz dove l'assessore afferma che per lui un albergo a cinque stelle è come una grande opera e, perciò, vista la sua funzione di volano economico deve poter disporre di un percorso speciale. Alcune risposte (ad esempio il caso di La Thuiile) mi sono apparse particolarmente interessanti e perciò vi invito ad andarvele a leggere direttamente sul suo blog. Spero che prima o poi anche gli inviti lanciati da Impresavda ottengano la stessa attenzione.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Detestavo la CCCP / URSS , per cui non accolgo l'invito ad entrare nel sito di Ottoz , che è solo formalmente , nonchè per gli ingenui , blog aperto alla libera discussione : in realtà è un luogo da cui i drammi reali della Valle ( imposizione culturale , riforma Statuto , intesa Stato - regione sullo Statuto et similia ) sono tenuti fuori perchè , trattandoli , Ottoz teme venga compromesso l'obiettivo azzurro dell'inciucio con l'UV ( già pianificato per le comunali di Aosta ), unico ossessiva finalità di chi immola i temi liberali sull'altare della remunerazione interiore scaturente dal poter dire a zio Eustachio e nonna Matilde di far parte della maggioranza ( in quale posizione non conta : tanto Eustachio e Matilde non afferrano ) . CCCP che pervade anche l'animo di Marguerettaz , come la questione dei 5 stelle conferma . L'assessore ha una mentalità da Gosplan di infausta memoria , pensa che tutto vada pianificato dall'alto . Prescindo dal fatto che mi pare lui si sia innamorato del concetto di burocrazia zero attorno ai creandi 5 stelle per facilitare il compito alla levatrice ; dico che i 5 stelle non si pianificano , non possono essere hotelissimi nel deserto , nascono e sopravvivono come figli di un contesto preesistente ( l'opposto del volano di sviluppo ! ) . A st. Moritz ci sono 5 alberghi five stars e uno a Pontresina , sono sovente fully booked ma non perchè un Marguerettaz locale ne pianificò la costruzione . Perchè da st. Moritz al passo del Maloja c'è discutibilmente il più suggestivo paesaggio montano delle alpi tutte ; perchè l'humus culturale attira turisti da tutto il mondo anche ( anzi : soprattutto ) senza desarpe , senza stalle nei centri abitati , senza mucche gravide che si inzuccano quando non riempiono del frutto digestivo il prato di combattimento , senza persone che lanciano pezzi di legno in modi vari nei prati , senza pappate di grassi animali in sagre ove in 6 ore si invecchiano le arterie di 6 anni . La CCCP pianificava tutto nell'illusione , figlia di una chiusura al mondo , della propria superiorità . Gli unionisti non tengono conto delle caratteristiche valdostane , di una regione su cui incombe sì il Bianco , ma che non è il top della bellezza alpina , per cui il passo non va fatto più lungo della gamba e ci vuole cultura turistica . Il Billia , ad esempio , diventerà un 5 stelle , ma si rinnova male perchè collegato al casinò . I five stars possono avere sale con roulette ( vedasi l'Hilton di Ginevra ) , ma non vivere per incrementare gli ingressi a un casinò che solo con le iniezioni di denaro pubblico ( figlie del fatto che i croupiers votano e quindi la bestia va tenuta in vita anche se il tempo del gioco d'azzardo in un casinò volge alla fine per tante ragioni ) riesce a tamponare i suoi rossi . Il Billia doveva servire come centro Congressi , per una vicinanza a Torino - Milano tale da far bypassare l'insignificanza totale della cittadina in cui si trova , ma mostrare al soggiornante a 5 stelle il variopinto popolo del casinò è elemento che non fa duplicare i soggiorni al Billia da parte di chi ci arriva la prima volta . In regione ci sono alcuni favolosi 4 stelle che , senza accorgersene , Marguerettaz opera per mettere in crisi con le sue idee a tavolino ....

Anonimo ha detto...

giancarlo borluzzi ha perfettamente ragione. Per prima cosa Marguerettaz, come ho già osservato sul blog di Eddy Ottoz, non dice nulla di nuovo anche se sembra voler affermare di aver scoperto ... l'acqua calda.
Infatti, in una regione dove da ormai trent'anni:
1) esistono in quasi tutti i piani regolatori norme che prevedono maggiori volumetrie per chi costruisce volumetrie alberghiere;
2) esistono inoltre (e la regione vi ha fatto in passato ricorso anche al limite del legittimo) norme che prevedono la possibilità di ulteriori volumetrie in deroga alle norme di PRG di cui al punto 1;
3) vi è la possibilità, mediante strumenti attuativi da concordare con i comuni (PUD) di aggiungere ai volumi alberghieri di cui sopra congrui volumi per seconde case, molto più redditizi, per lo meno a breve scadenza (é il caso di La Thuile)
4) vi è la possibilità di ricorrere a mutui regionali plurimilionari (è il caso di La Thuile)
5) l'albergo, in definitiva, te lo "regala" praticamente l'ente pubblico
a nessuno o quasi passa per la testa di costruire veri alberghi, se non a qualche furbetto che è consapevole che, in un modo o nell'altro, prima o poi riuscirà a trasformarlo in seconde case (magari passando in un primo momento attraverso l'escamotage delle cosiddette residenze turistico-alberghiere).
p.s. per chi avesse occasione di risalire la valle di Gressoney, può essere interessante dare un'occhiata, in sinistra orografica, poco oltre l'abitato di Fontainemore, a quello che sembra ormai un rudere abbandonato di notevoli proporzioni volumetriche (circa 3000 mc. se non sbaglio). Doveva essere un albergo (mai ultimato) plurifinanziato dalla Regione (soldi nostri) con apposita deroga al PRG (volumetrie regalate che complessivamente dovevano essere di3500 mc.). Da anni non si trova un cane disposto ad ultimarlo.
Non è di ulteriori ruderi finanziati da noi cittadini che abbiamo bisogno.

tra le possibili inchieste giornalistiche da effettuare, sarebbe interessante quantificare, ad es., quanto l'ente pubblico ha finanziato ed agevolato in materia di edilizia alberghiera in questi ultimi 20/30 anni e, a posteriori, verificare che fine hanno fatto gran parte di quei finanziamenti e di quelle agevolazioni.

Idem in materia di costruzioni agricole.

Idem in materia di agevolazioni e costruzione/acquisizione di immobili a destinazione industriale.

ImpresaVda on 20 agosto 2008 alle ore 00:14 ha detto...

Rilievi particolarmente puntuali. Evidentemente giornalisticamente c'è molto da fare.

Anonimo ha detto...

Quanto Bruno scrive è ineccepibile , ma anche altro dalla critica a Marguerettaz che astrae dal contesto in cui il five star si collocherebbe .

Anonimo ha detto...

Francia, Europa. Accolgo l'invito di Fabrizio per porre l'accento sulle abissali differenze che caratterizzano gli esercizi turistici francesi e quelli valdostani, meglio dire italiani, visto che la 626 coinvolge tutte le imprese del territorio nazionale. Sarete sicuramente capitati a Chamonix, a Annecy, Aix-les-Bains o Vias Plage, avete mai gettato un occhio su: impianti elettrici, barriere architettoniche, antinfortunistica, antincendio ecc ecc? Solo a Annecy ci sono una decina di ristoranti che hanno i soffitti a 2,5 mt, cavi elettrici a vista, toilettes che sono di difficile accesso per una persona abile, arrivederci un disabile. Sono arcisicuro che l'80% degli esercizi francesi, passato il tunnel, non avrebbero la licenza per mancanza dei requisiti. Ora riflettete bene, quanti ristoranti o bistrot prendono fuoco in un anno in Savoia o sulla Costa Azzurra? Quante intossicazioni alimentari si registrano nei ristoranti francesi? Quanti incidenti dovuti a barriere architettoniche? Non più che in Italia. La legge italiana sta massacrando l'iniziativa imprenditoriale, è già un miracolo che piccole imprese turistiche riescano a tirare avanti. Invece di agevolare l'imprenditoria la stiamo strozzando con cavilli e norme spesso inapplicabili e intanto gli altri stati europei tirano dritti per la loro strada, con un PIL più alto e una crescita economica sensibilmente maggiore di quella italiana. La Valle d'Aosta vive principalmente di turismo, se non si riesce a snellire, velocizzare, sburocratizzare questo settore si corre il rischio di restare marginali rispetto ad altre realtà europee. Soffriamo già di un numero troppo basso di posti letto in esercizi alberghieri e complementari, come possiamo pensare di incrementarli se infiliamo ai nuovi (e vecchi) imprenditori i bastoni tra le ruote?
Philippe Kieffer

ImpresaVda on 26 agosto 2008 alle ore 09:33 ha detto...

Ringrazio Philippe Kieffer e confesso che mi piacerebbe conoscere chi si cela dietro questo nickname così curioso. In proposito consiglio di leggervi Wikipedia.

 

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