31 ottobre 2008

It's Obama's time: i want to believe

Sono convinto che l'Economist abbia ragione. E l'ho già scritto in tempi non sospetti. Serve una leadership nuova in grado di ispirare gli americani a sentirsi una nazione indipendentemente dalla forza della loro macchina bellica. A rinunciare al governo della paura. Una leadership che interpreti la politica come un aver a cuore il bene delle persone. Che rimetta in primo piano concetti attualmente impolverati come bene comune, etica, responsabilità, rispetto, perfino cultura. Spero di non essere un ingenuo ma era da tempo che un politico non mi dava l'impressione di credere davvero in quello che dice. Il disincanto regnava sovrano e annacquava ogni tipo di passione. Destra, sinistra, perfino centro per me pari sono. E Obama in questo invece c'è riuscito. So che qualcuno dirà è troppo perfetto. Non può essere vero. Eppure io voglio crederci. I want to believe. E voi?

3 commenti:

Anonimo ha detto...

I want to believe ... lo scriveva Favre quando io ero lontano e non lessi . Alla luce della maschera gettata ieri da Barak Hussein Obama che ha dimostrato la sua visione opposta alla nostra su un tema così importante , chissà se l'entusiasmo specifico di Fabrizio Favre si è almeno un pò ridimensionato ...

ImpresaVda on 24 gennaio 2009 alle ore 09:24 ha detto...

Sarei un bugiardo se non dicessi che si tratta di un atto che sicuramente mi pone problemi di coscienza, tuttavia voglio augurarmi che in patria il nuovo presidente sappia combattere le radici dell'aborto fra le categorie più povere, dovute ad una sperequazione economica folle che portano a condizioni di vita proibitive.

Anonimo ha detto...

Un applauso a Fabrizio Favre per la sincerità . Ma pure un'informazione . Non è concettualmente corretto dichiararsi nè di destra nè di sinistra nè di centro da parte del direttore del Corriere . Precisazione legittima visto che tale settimanale non è strettamente informativo , bensì di tendenza e si opera per caratterizzare tale tendenza quando vi si scrive in base a una posizione politica reale , anche se forse mai compiutamente , quanto doverosamente , analizzata . Io trovo magistrale il " Manifesto dei conservatori " di Prezzolini quando destra e sinistra sono lapidariamente così definite : la persona singola , la prima , e la moltitudine , la seconda . Per la sinistra la persona deve far parte di una massa che si riconosce in contenuti e battaglie che annullano la specificità del singolo . In tale ottica , secondo me attualissima in VdA , Fabrizio Favre è di sinistra perchè nega legittimità al singolo nel campo del localistico " chi sono , cosa mi caratterizza , che ascendenti ho " in quanto uno dovrebbe accettare la visione condominial-fittizio-valdostana che va per la maggiore anche se fondata su freddure e anche se in contrasto col suo sentire , con le sue origini e con le sue caratteristiche , in base a un integralismo che può far ridere o piangere a seconda dello stato d'animo del momento . Se uno evidenzia posizioni non allineate col gruppo riceve in dono articoli tipo quelli di Chiara Thiebat avallati dal direttore responsabile . Questa posizione è di sinistra , secondo Prezzolini e secondo me . Off topic ? Parlarne sarebbe utile , anche se scomodo : sul Corriere abbondano gli articoli che , fingendo un'unità dei residenti sui temi della valdostanità , tentano di annullare il singolo che vuol solo difendere se stesso da spinte globalizzatrici , volte alla finzione di unità di facciata spendibili per fine politico . Ciò non è certo in linea col messaggio evangelico che sollecita la difesa della dignità del singolo , persona unica e irripetibile nella storia dell'umanità .

 

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