9 febbraio 2009

Federgioco scrive ad azionisti e Governo

Si è riunito venerdì 6 febbraio a Saint-Vincent il direttivo di Federgioco. Il risultato finale è un documento che sottopongo all'attenzione dei miei visitatori in versione integrale.

Ai rappresentanti delle proprietà

Spunti di riflessione per un'azione comune


Premessa:
Le case da gioco italiane stanno attraversando, anche a causa della concorrenza del gioco pubblico gestito direttamente dallo Stato, una fase di crisi misurabile con la forte contrazione delle presenze di clienti e di introiti, che ha inciso negativamente sulla possibilità di far fronte ai rilevanti costi organizzativi e del personale.
In tale fase resa difficile dalla forte influenza di fattori di mercato legati al forte sviluppo del gioco pubblico, si sono inserite problematiche di natura legislativa che hanno reso la congiuntura, già negativa, ancor più difficoltosa: ci riferiamo all’entrata in vigore del d. Lgs. N. 231/2007 (c.d. normativa antiriciclaggio estesa anche alle case da gioco) e alle numerose proposte di legge che intendono promuovere la diffusione del gioco d’azzardo in altre aree del paese ad alta vocazione turistica.
La Federgioco, ha svolto un’attività instancabile di sensibilizzazione delle autorità di Governo e dei Parlamentari di riferimento, per esporre la propria posizione e quella dei quattro casinò rappresentati, in ordine alle delicate tematiche appena evidenziate. Di seguito se ne sintetizzano i contenuti:

Attuali maggiori criticità:

a) Antiriciclaggio:
Su tale tema la Federgioco ha messo in evidenza che nonostante i ripetuti richiami rivolti alle commissioni competenti sul carattere vincolante e sul contenuto circostanziato della norma comunitaria di riferimento (Art. 10, paragrafo 2, della Direttiva 2005/60/CE) essa non è stata recepita dal legislatore italiano nel decreto legislativo n. 231/2007, che impone alle case da gioco italiane, tutte soggette a controllo pubblico, l’onere di adempimenti e di procedure di identificazione e registrazione delle operazioni di acquisto e cambio di gettoni per importo pari o superiore a 2.000 euro (obbligo già previsto dalla legge all’art. 24 del D. lsg 231/2007, ma allo stato non ancora in vigore, per l’assenza del decreto ministeriale attuativo che avrebbe dovuto stabilire le caratteristiche tecniche dei sistemi informatici per la registrazione).
Non si comprende la ragione per cui si sia inteso adottare misure di controllo ulteriori nei confronti di società pubbliche, quali sono le società di gestione dei casinò italiani, rispetto a quanto disposto dalla Direttiva europea. Tali misure aggiuntive hanno l’unico effetto di spostare risorse tributarie dagli Enti pubblici italiani a società concorrenti site in altri paesi comunitari e di privare i cittadini italiani di quelle forme di garanzia e di controllo che sono assicurate dai Casinò pubblici nazionali.
Per quanto precede facendo seguito a quanto già inoltrato al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai ministri competenti, ai Sottosegretari competenti, ai Presidenti e Vice Presidenti delle Commissioni parlamentari competenti, si chiede in sintesi che il Governo voglia adottare ai sensi dell’art.1 della L. n.29/2006 un decreto legislativo correttivo che, allo scopo di dare una corretta attuazione al secondo paragrafo dell’articolo 10 della Direttiva 2005/60/CE e all’art.22 della legge n.29/2006, preveda, per le case da gioco soggette a controllo pubblico, che gli obblighi di identificazione e registrazione siano assolti mediante l’identificazione e la verifica dell’identità dei clienti al momento del loro ingresso nelle sale da gioco, indipendentemente dall’importo dei gettoni acquistati o venduti, evitando in tal modo ogni penalizzazione, sotto il profilo della parità delle condizioni di concorrenza, delle case da gioco pubbliche italiane rispetto a quelle di altri Paesi europei.

b) Sull’apertura di nuove case da gioco:
Dalla lettura delle diverse iniziative e proposte legislative per l’apertura di nuove case da gioco sul territorio nazionale emerge un approccio abbastanza superficiale, probabilmente legato ad una insufficiente conoscenza delle case da gioco in particolare o del mercato del gioco più in generale, ovvero da una scarsa considerazione della complessità nella gestione.
Al contrario a nostro avviso l’avvio di una iniziativa legislativa così importante richiede, metodo, rigore ed approfondimenti ed analisi propedeutiche.


La posizione di Federgioco e delle case da gioco pubbliche italiane sul tema è così sintetizzabile:
- promuovere studi accurati e interdisciplinari sullo sviluppo del gioco d’azzardo e sulle conseguenze sociali di tale fenomeno al fine di indirizzare lo sviluppo futuro;
- bloccare lo sviluppo e la diffusione ulteriore del gioco d’azzardo sino alla conclusione di studi approfonditi sul fenomeno;
- adattare criticamente e consapevolmente, in base alle risultanze degli studi, l’offerta di gioco pubblico per evitare le attuali distorsioni (aumento del gioco patologico con conseguente aumento dei costi sociali del fenomeno, pericolo di infiltrazioni criminali nella gestione, mancanza di adeguati ed efficaci sistemi di controllo sulla regolarità del gioco e delle relative transazioni);
- prevedere un apparato di controllo efficace sul sistema del gioco a tutela del consumatore e dei molti operatori del settore e prevedere mezzi di contrasto energici ed efficienti per arginare il fenomeno del gioco illegale;
- nell’ottica della tutela del cliente e degli operatori del settore, nonché in considerazione delle negative ricadute di una eccessiva liberalizzazione, prevedere un limite alla diffusione del gioco legale, stabilendo dei parametri territoriali massimi che tengano conto dello sviluppo economico delle aree di riferimento;
- contrastare l’apertura di nuove case da gioco, in quanto quelle esistenti sono certamente in grado fare fronte alla domanda interna, garantendo standard elevati di controllo e di sicurezza.
Le motivazioni su cui si fonda la posizione di contrasto all’apertura di nuove case da gioco da parte di Federgioco si possono così sintetizzare:
- in primis la considerazione secondo cui le fattispecie penali di cui agli artt. 718 e ss. che vietano l’esercizio del gioco d’azzardo rispondono all’interesse della collettività a vedere tutelati la sicurezza e l’ordine pubblico in presenza di un fenomeno che si presta a fornire l’habitat ad attività criminali;
- assicurare elevati standard di controllo e sicurezza sia sulla correttezza dei giochi, che sulle transazioni economiche;
- gli ingenti, costosi ed indispensabili organi e sistemi di controllo che attualmente operano nei casinò per garantire la sicurezza, la tutela del cliente e dei dipendenti e la regolarità del gioco, difficilmente potrebbero essere riprodotti in realtà di dimensioni inferiori, quali risulterebbero i nuovi casinò in caso di liberalizzazione del mercato;
- scongiurare la sottrazione di risorse economiche agli enti locali che attualmente ne beneficiano e che in assenza di queste, dovrebbero ottenerne il ripianamento da parte del Stato;
- scongiurare seri contraccolpi di natura economico-sociale alle risorse umane attualmente occupate nel comparto.
Una lungimirante valutazione sulle opportunità offerte dal comparto del gioco non può prescindere dall’esatta valutazione delle potenzialità economiche della domanda interna, dell’attuale bacino d’utenza delle casa da gioco già operanti nel nostro Paese, della misura delle entrate che esse assicurano agli Enti Locali di riferimento, e delle risorse umane che in modo diretto o indiretto beneficiano della loro attività.
In sintesi sarebbe necessario:
- tradurre in accurato studio gli esiti di tali verifiche propedeutiche da cui scaturiscano anche le basi per una trattazione dell’argomento accurata ed informata;
- prevedere, con l’entrata in vigore della legge sull’apertura di nuovi casinò, l’eliminazione di tutte le slot machine da tutti gli altri esercizi, sull’esempio di quanto già avvenuto in Francia e in Svizzera;
- coinvolgere, nella stesura del progetto di legge, la Federgioco (associazione che riunisce le società di gestione delle quattro case da gioco italiane), per assicurare un contributo professionale di assoluto rilievo, atteso che il gruppo di lavoro da questa istituito ha già da tempo individuato i punti critici sui quali focalizzare l’attenzione.
Al di là delle valutazioni e delle motivate aspettative, è appena il caso di far notare comunque che nessuna iniziativa legislativa seria potrà prescindere, nella stesura del testo e ancor prima nella valutazione dell’opportunità, dalla collaborazione professionale di Federgioco, atteso che in essa si condensano tutte le migliori professionalità italiane in materia di case da gioco, che ricordiamo sono state acquisite in oltre 60 anni di esperienza.
Il coinvolgimento di Federgioco potrà assicurare l’impiego delle migliori professionalità del settore per aspirare ad ottenere uniformità ed efficienza organizzativa e gestionale, sicurezza dei giochi e delle transazioni economiche, rispetto della legalità, forme di contrasto al gioco patologico e, nel contempo, scongiurare che gli esuberi di personale, che inevitabilmente si produrrebbero nelle società di gestione attualmente operanti, possano contribuire ad appesantire il quadro di crisi economica che si va delineando.

Conclusioni:
Le quattro case da gioco auspicano che gli azionisti di riferimento e la Federgioco svolgano ogni possibile attività di sensibilizzazione sulle Autorità Politiche e di Governo competenti, affinché i principi rappresentati nel presente documento possano essere condivisi e recepiti.

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