13 marzo 2010

Mavel: dal Settore Militare alla Green Mobility

L'attività di Mavel si svolge per ora in una vecchia centrale elettrica di proprietà di Cva a Pont-Saint-Martin
Ho preso parte ieri, in qualità di moderatore, al dibattito organizzato da Confindustria Valle d'Aosta sul tema «Giovani imprenditori: il futuro è nelle vostre mani». Di particolare interesse l'intervento dell'imprenditore Davide Bettoni della Mavel. Vi propongo un mio articolo sull'azienda di Pont-Saint-Martin per chi, magari, era presente, e desidera approfondire.

Si chiama Enfica Fc (Environmentally Friendly Inter City Aircraft powered by Fuell Cells) ed è – per i non anglofili poco amanti di certi acrostici particolarmente cacofonici – il primo progetto di sistema di propulsione per aerei a emissioni zero basato su celle a combustibile alimentate a idrogeno. Un progetto di 4,5 milioni (di cui 2,9 stanziati dalla Commissione europea nell’ambito del sesto programma quadro) coordinato dal Politecnico di Torino che vede, nella costellazione di 11 fra enti e industrie coinvolte nel progetto, anche un importante contributo di una impresa valdostana.

Qui la Mavel prepara e si prepara al suo futuro green
Si tratta della Mavel di Pont-Saint-Martin, società fondata nel 1999 da Davide Bettoni e Alessandra Elisa, dodici dipendenti e circa 2 milioni di fatturato con una previsione di crescita fulminante nel settore dell’automotive nell’arco di un triennio. Mavel fino al 2005 si dedica allo sviluppo e alla produzione di motori per mandrini ad alta velocità ed attuatori linerai ad altissima dinamica per il mercato della produzione di circuiti stampati. Poi nel 2005 la svolta e l’entrata nel settore militare con lo sviluppo di progetti di azionamenti (motore con elettronica integrata) per applicazioni aeronautiche e militari. «Prevediamo – commenta Bettoni – di triplicare il fatturato». Da dove deriva tanta sicurezza? Dal fatto che il contributo innovativo che la Mavel ha dato a quello che si appresta ad essere il primo aereo ad energia pulita europeo è alla base della green-mobility del futuro, in particolare dei motori ibridi. «Subito dietro il motore elettrico dell’aereo – aggiunge Bettoni - si trova il nostro converter/inverter che trasforma la corrente continua in alternata trifase amplificandola con circuiti booster per alimentare il motore. In pratica noi lavoriamo all’intelligenza che fa funzionare il motore. Una tecnologia non nuova se non nel fatto che il nostro apparecchio pesa soltanto 15 chili contro i 65 di quelli realizzati sino ad ora dalla concorrenza». Una tecnologia che può favorire meglio di altre lo sviluppo di motori ibridi nel settore dell’auto. Ma non solo. «Stiamo lavorando – osserva Bettoni – ad un nostro prototipo di bici elettrica. E anche qui il nostro vantaggio è netto. Il motore realizzato da Mavel pesa 4 chili contro i 22 di quelle attualmente in commercio». Uno sviluppo che si presenta come rapido anche perché entro un mese nella società entreranno nuovi finanziatori con importanti interessi nel settore dell’automotive. «Nell’arco di un anno – conclude Bettoni – bisognerà dare vita ad uno stabilimento produttivo e nel giro di un quinquennio saremo in grado di fare grandi numeri».

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