30 maggio 2010

Aosta è la Nostra Città

Anche se l'argomento non è strettamente economico ti propongo visitatore l'editoriale che ho pubblicato questa settimana sul Corriere della Valle.

Augusto Rollandin interpellato venerdì scorso, al termine della tradizionale conferenza stampa di giunta, su cosa dicessero gli ultimi sondaggi non aveva ovviamente risposto alla domanda (è vietato citarli nelle ultime settimane di campagna) limitandosi ad un sibillino «dice, dice». Il sorriso, trattenuto a forza, per non lasciarsi sfuggire altro, tuttavia doveva far pensare che nel quartiere maggiore unionista il risultato di Domenica fosse atteso.

Bruno Giordano e Alberto Follien sono infatti rispettivamente il nuovo sindaco e vice della città di Aosta, eletti con il 59,78%, (10.858). Su 28.897 elettori, i votanti sono stati 19.079 (66,02%). Il dato dell'astensione (che ormai è un must nazionale) è indubbiamente secondario rispetto ad una affermazione netta e che, nelle dichiarazioni più volte rese dai leader dell’attuale maggioranza, ufficializza l’apertura di un dialogo tra le forze regionaliste e l'attuale governo di centrodestra.

Tanti i temi sul tavolo, dal federalismo fiscale al capitolo tutto particolare dell’Iva da importazione. Un’affermazione che – sempre a detta dei diretti interessati – non modifica però gli equilibri regionali. Validità della strategia ed evoluzioni nelle alleanze saranno però meglio valutabili nei prossimi mesi. Lo scenario economico, i fatti della Grecia e la necessità di Tremonti di rimettere i conti a posto di certo non sembrano dei facilitatori di questi scenari. Ovviamente se ci limita a preoccuparsi della “cassa”.

Le tre forze autonomiste (anche per merito dell'eccezionale performance della Stella Alpina) hanno sfiorato, per una manciata di voti, la soglia del 50%. Il Pdl non è andato oltre il 10% e la lega Nord non è entrata in Consiglio comunale. Se si aggiunge che il Pd chiude al 12,2% ci si rende conto che i partiti regionalisti sono sempre più padroni del territorio dove ormai, in maggioranza o all'opposizione, leggasi Alpe, rappresentano il 69% dell'elettorato.

Ad una prima lettura sembrerebbe evidente che per questo elettorato il riferimento all'area di centrosinistra o di centrodestra non appare particolarmente vincolante, anche se è un dato di fatto che l'Uv rispetto al 2005 ha perso un migliaio di suffragi che però sembrerebbero essere stati intercettati dalla Stella Alpina o essere confluiti nel mare magnum dell’astensione. Quello che è certo è che quasi nessuno di questi voti ha trovato al di fuori della coalizione di maggioranza una casa sufficientemente accogliente.

Già la scorsa settimana sul futuro amministrativo di Aosta avevo espresso alcuni auspici sintetizzati dall’affermazione «dare una speranza a questa città». Vorrei oggi aggiungere che per dare speranza occorre agire avendo ben presente come il servizio politico sia una delle massime forme di carità e – mi auguro – che in tutti gli eletti questo profondo desiderio sia presente con passione. E mi rivolgo anche a coloro che sono rimasti fuori dall’assemblea consiliare affinché il loro impegno per il bene comune – che avevano manifestato con la scelta di candidarsi – non venga meno. Tutti dobbiamo percepirci responsabili di questa città e questo è possibile già a partire da piccolissimi gesti quotidiani che possiamo compiere tutti i giorni. Aosta è la nostra città.

1 commenti:

ImpresaVda on 31 maggio 2010 alle ore 09:11 ha detto...

Se avete letto il mio editoriale. Vi segnalo - a proposito di scenari - questo post del consigliere regionale del Pdl Enrico Tibaldi

http://www.enricotibaldi.it/archivio/205-aosta-attende-il-tesoretto-ma-arriva-la-manovra.html

 

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