23 marzo 2013

Dellio e Charrère: Donne del #vino protagoniste

Daniela Dellio ed Eleonora Charrère
Questa settimana ti propongo l'intervista a Eleonora Charrère (Les Crêtes) e Daniela Delio (Maison agricole D&D) entrambe componenti della sezione valdostana delle donne del vino.

Chi sono le donne del vino in Italia e in Valle d’Aosta?
Charrère: L'Associazione Nazionale Le Donne del Vino nasce nel 1988 ed è costituita da Produttrici, Ristoratrici, Enotecarie, Enologhe, Sommelier e Giornaliste, che in tutta Italia con la loro attività operano per promuovere la cultura del vino nel senso più ampio. Le Donne del Vino sono tutte donne responsabili in prima persona delle componenti della filiera vitivinicola, dal vigneto alla comunicazione. L'Associazione conta oggi circa settecento iscritte. L'associazione è nata nel 1988 per merito dell'intuito sottile e brillante di una produttrice toscana, Elisabetta Tognana, l'Associazione attualmente è uno dei sodalizi più attivi e conosciuti nel vasto panorama di interessi che ruota intorno all'enologia. E quest'anno ci prepariamo a festeggiare i 25 anni di attività associativa. In Valle proporremmo un evento costituito dalla presentazione di un libro fotografico dal titolo «Les femmes à Vin» con l'obiettivo di valorizzare i volti e le attività di tutte le donne del vino valdostane. 

Quali sono gli obiettivi di questa associazione?
Charrère: Diffondere la conoscenza e la cultura del vino di qualità attraverso tutti i canali possibili, organizzando incontri, degustazioni, dibattiti, tavole rotonde, viaggi studio, corsi di aggiornamento, con particolare attenzione al mondo femminile.

In Valle che attività svolgete?
Dellio: La delegazione valdostana è nata nel 2007 e conta 6 produttrici e un’enotecaria. Siamo sicuramente poche e colgo l'occasione per lanciare un appello ad altre donne interessate al mondo del vino di aiutraci, di venire con noi, di darci nuove idee per creare qualcosa di bello, di importante, in quanto l'unione fa la forza. Cerchiamo di organizzare almeno ogni anno un evento per promuovere sia la cultura che il territorio vitivinicolo valdostano. Siamo inoltre disponibili a collaborare con enti e associazioni che richiedano la nostra presenza a dibattiti, degustazioni, aperitivi. Cito alcuni eventi: nel 2009 Artesapori a Challand St. Victor, con una degustazione guidata al pubblico e Punta Helbronner sempre con una degustazione “ in rosa” in collaborazione con le Funivie del Monte Bianco. In entrambi i casi molti turisti. Nel 2010 ricordo il concorso letterario "Vigneti, vini e vignaioli da leggere..." in collaborazione con il Corriere della Valle. Nel 2011 abbiamo partecipato a «Folklore Verres», una mostra mercato enogastronomico di prodotti tipici e ogni anno siamo alla Fiera di S. Orso con l’associazione dei Viticulteurs nel padiglione enogastronomico, sempre per la promozione del prodotto vino valdostano.

Ha davvero senso parlare di imprenditoria femminile? Esiste uno stile diverso di fare impresa?
Charrère: Esiste e ha senso. Premesso che da sempre le donne hanno operato nei vigneti, nelle cantine, però in sordina senza mai emergere, adesso è venuto il momento in cui le donne guidano le proprie aziende. mettendoci la propria faccia, in prima persona e sono diventate molto abili nell'aspetto della comunicazione, in quello organizzativo. Portano avanti delle grandi aziende e nonostante tutto riescono a gestire una famiglia, ad occuparsi dei figli. Cosa che richiede più energia rispetto agli uomini. In questo sicuramente si differenziano.

Presentateci le vostre aziende…
Dellio: Sono titolare di una piccola aziende che ha la sua sede ad Aosta, nata nel 2002. Già i i miei nonni  e i miei genitori si erano sempre occupati della lavorazione dei vigneti, soprattutto per autoconsumo.  Nel 2002 ho deciso con l amia famiglia, con mio marito soprattutto di provare a coltivare la vigna in modo più professionale. Siamo partiti con 2000 bottiglie e ci sembrava un'avventura, qualcosa di bello, qualcosa di nostro. Perché coltivare la vigna è una passione che si fa perché si vuole fare, perché comunque è un lavoro difficile e la resa non è così eccezionale. Il bello però era voler assaggiare il vino che si faceva e volere che questo vino fosse assaggiato da tante persone diverse, soprattutto che venisse apprezzato quel bicchiere di vino che era costato tanta fatica. Partiti nel 2002 con 2000 bottiglie oggi siamo arrivati a circa 20mila. Il salto è avvenuto passando dai vigneti di famiglia ad altri vigneti. Persone vicine alla nostra zona che visto che avevamo voglia di lavorare la terra ci hanno detto di prendere il loro vigneto che loro, per svariati motivi, non erano più in grado di lavorare. E così siamo cresciuti, scegliendo soprattutto i vini autoctoni, rendendoci conto che soprattutto il turista richiede questo tipo di prodotto.
Charrère: L'azienda Les Crêtes è l'azienda privata valdostana più grande. E' nata nel 1989 per una visione di mio padre Costantino e di alcuni amici che all'epoca hanno deciso di investire in viticoltura. Io sono cresciuta in mezzo al vino e ho ereditato questa passione da mio padre che a sua volta l'aveva ereditata dal suo. C'è una tradizione di diverse generazione. Da Aymavilles gestiamo una ventina di ettari in diverse località della Valle d'Aosta. Siamo notevolmente cresciuti dall'inizio in cui si producevano poche migliaia di bottiglie siamo arrivati quasi a 200mila.

Il binomio vino-turismo in Valle d’Aosta sta crescendo?
Dellio: Sì sta crescendo. Negli ultimi anni, soprattutto nei mesi estivi,  abbiamo notato che in cantina arrivano tante persone interessate a vedere il territorio, cioè a camminare tra i vigneti,  a vedere la cantina, cioè le botti, il legno e ad ascoltare la storia dell'azienda. C'è proprio il piacere di parlare con la persona che coltiva, che segue tutto il lavoro che porta alla bottiglia di vino. Non soltanto l'appassionato con la guida ma pure la persona comune che ha voglia di sapere e di conoscere.

Italiani o stranieri?
Dellio: Nel mio caso per la maggioranza italiani. Ma negli ultimi anni stanno aumentando gli stranieri.
Charrère: Soprattutto stranieri in quanto stiamo consolidando i mercati esteri e gli stranieri che vivono il nostro vino nel loro paese quando arrivano in Italia vengono a trovarci perché sono curiosi di camminare sul nostro territorio e vedere le nostre cantine.

Come è andata l’ultima vendemmia?
Charrère: In generale i vigneti Valdostani non hanno sofferto eccessivamente il caldo torrido del bimestre Luglio-Agosto, anche grazie al microclima di montagna che ha attenuato notevolmente gli effetti della calura. Qualche problema legato ad un attacco di peronospora sul grappolo, manifestatosi in allegagione sulle varietà a bacca rossa autoctone, peraltro prontamente bloccato, su Torrette. Bene tutte le varietà a bacca bianca. In generale possiamo affermare che in termini qualitativi, la vendemmia 2012 si prospetta di buona qualità, e in termini quantitativi, si prospetta in crescita rispetto a quella del 2011.

Una novità da annunciare in esclusiva a ImpresaVda…
Charrère: Quest’anno si festeggiano i 25 anni dell’associazione nazionale DDV. In tale occasione si svolgeranno numerosi eventi in tutte le regioni italiane. La nostra delegazione sarà ad esempio presente, come ospite della delegazione della Regione Piemonte ad un evento/degustazione presso la Mole Antonelliana per un binomio cultura del cinema/cultura del vino.  19 aprile

Il vostro sogno associativo-imprenditoriale?
Charrère: Sicuramente consolidare l’attività della nostra delegazione, continuando a lavorare con energia per realizzare i nostri obiettivi, accogliendo le numerose donne valdostane che operano nel mondo del vino. Nuove  idee e nuova energia sono indispensabili per creare, differenziarsi ed innovarsi! 

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