27 ottobre 2013

Progetti nel Sociale in Valle d’#Aosta: un’opportunità di confronto per #CSV e #PMI®


Si è tenuto lo scorso sabato 19 ottobre il convegno Progetti nelSociale in Valle d’Aosta”, organizzato dal CSV (Coordinamento Solidarietà Valled’Aosta) e dal PMI® – NIC (Project Management Institute – Northern ItalyChapter). In merito a questo tema mi è giunto un testo da parte di Claudio Laissus (PMI®-NIC) che ospito volentieri.

Il CSV è un’associazione non lucrativa di utilità sociale che riunisce o coordina 90 tra organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale attive in Valle d’Aosta. Opera nella promozione del volontariato, delle cittadinanza attiva e per la crescita di una cultura della partecipazione e della solidarietà in Valle d’Aosta.

Il PMI® è un’associazione no profit operante in 185 nazioni del Mondo per lo sviluppo e la diffusione della cultura del project management, sia in ambito aziendale, sia in ambito sociale. Il NIC è il punto di riferimento per l’Italia centro-settentrionale.

L’evento, ospitato presso la sede del CSV in via Xavier de Maistre, è stato occasione condivisione di esperienze tra queste due importanti realtà, che hanno potuto farsi conoscere a un nutrito pubblico  di volontari, operatori sociali e amministratori pubblici interessati ai temi della progettazione sociale.
I soci del PMI® hanno avuto l’opportunità di scoprire una realtà formidabile di volontariato, dove  l’entusiasmo, la costanza, l’impegno profuso nel portare avanti i progetti sono valori assoluti, vincenti anche di fronte all’indifferenza di una società malata che, disabile nei confronti dei disabili, tende a  ignorare, compatire, e comunque a isolare le realtà dei soggetti “svantaggiati” anziché farle emergere e valorizzarle, con conseguenze negative anche sul piano economico.

Lo stesso CSV è un’organizzazione troppo poco nota anche sul territorio valdostano, se non presso coloro che più o meno direttamente sono impattati dai progetti. Eppure, proprio in tempi come quelli correnti, in cui crisi economiche e di valori portano al dilagare di un pessimismo collettivo, la consapevolezza che esistano realtà come il CSV, che sostiene progetti come “Il cielo in una stanza – esperienze di vita autonoma per le persone con disabilità”, “Ne vale la pena – iniziative cultura in carcere”, “Voci di pace – promuovere il dialogo tra ragazzi israeliani, palestinesi e valdostani” (solo per citare quelli esposti durante il seminario), dovrebbe portare una ventata di ottimismo. “Finché c’è gente così – c’è da pensare – il Mondo ha ancora una speranza”.

I volontari del CSV hanno potuto cogliere utili spunti di miglioramento scoprendo i vantaggi delle metodologie di project management promosse dal PMI, i cui relatori hanno raccontato, attraverso il progetto “Kubunina” e alcuni suoi sotto progetti, un interessante modello di sostenibilità per le scuole del Congo.
La metodologia promossa dal PMI® e sviluppata dall’esperienza condivisa in tutto il mondo dai suoi soci (certificati dopo un rigoroso percorso formativo) è la chiave vincente per garantire il successo dei progetti, attraverso il rigore dalla progettazione iniziale, al monitoraggio costante, al corretto coinvolgimento di tutti i soggetti impattati e impattanti sul progetto (gli “stakeholder”), alla puntuale gestione e ottimizzazione delle risorse, che soprattutto in tempi di crisi sono quanto mai carenti e quindi preziose.

Questa metodologia, unita ai valori di onestà, solidarietà, determinazione, senso del dovere che sono nel DNA dei progettisti del CSV (otre che nel codice etico sottoscritto dai membri del PMI®) sono il “cocktail” di ingredienti per il successo dei progetti.

Questo primo incontro che ha visto il “battesimo” del PMI® in Valle d’Aosta (dove si contano ancora soltanto 4 persone certificate),  vuole essere l’inizio di una proficua collaborazione e continuo scambio di esperienze tra le associazioni che porti a diffondere una mentalità vincente tra persone che credono nei progetti, sradicando pessimismo e pregiudizio che troppo spesso portano i progetti ad arenarsi dietro luoghi comuni quali “Non ci sono i soldi, non si può fare”. Questo modo perdente di pensare, ahimè fin troppo radicato nella classe dirigente, è figlio di un contesto in cui per troppo tempo, complice il benessere economico, si è confuso il concetto del finanziamento come strumento finalizzato al progetto, con quello del progetto finalizzato all’accesso al finanziamento.

Le “lessons learned” condivise durante l’evento saranno la base su cui impostare una collaborazione che consenta di capitalizzare al meglio la pluriennale esperienza di entrambe le associazioni. 

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