27 novembre 2013

Piero e Laura #Ballauri (#LesEcureuils): il passaggio generazionale in azienda

Piero e Laura Ballauri
Questa settimana abbiamo intervistato Piero e Laura Ballauri dell’azienda agrituristica Les Ecureuils di Saint-Pierre. 

Partiamo dal dato più interessante ben tre generazioni in azienda…
Piero: Siamo partiti ormai trent’anni fa con i miei genitori, mia moglie e il sottoscritto. Pian piano le due figlie, Laura Chiara,  hanno dato il loro contributo con il lavoro estivo, nel periodo delle vacanze. Adesso Laura sta finendo gli studi e sta iniziando ad entrare in azienda con più continuità…

Come è questo primi approccio?
Laura: Essendo partita da studi completamente diversi, sto terminando il Dams a Torino, devo un po’ adattarmi però mi piace molto quello che mi appresto a fare.

Come siete strutturati in azienda?
Piero: Siamo quattro persone che lavorano assieme, ma ognuna ha i suoi compiti ben precisi. Siamo divisi in due settori. Quella turistica e quella agricola. Quella turistica, cioè ristoro e mezza pensione, è gestita principalmente dai miei genitori. Io e mia moglie ci occupiamo più di quella agricola, cioè produzione di formaggi di capra e tutto quello che serve per la cucina dell’agriturismo e la vendita all’esterno. Ovviamente ci aiutiamo. Nel piccolo ognuno ha il suo ramo di azienda.

E’ una forzatura dire che in una realtà montana un’impresa che punta soltanto sulla zootecnia ormai non riesce più a trovare un equilibrio economico? La diversificazione è veramente così importante?
Piero: Noi siamo partiti già diversificati in quanto abbiamo messo assieme ciò che ciascuno sapeva fare. Io sono l’unico ad aver fatto degli studi in campo agricolo. I miei genitori invece, mia madre ragioniera e mio padre geometra, avevano già gestito un bar-ristorante ad Aosta. E devo dire che è stata un po’ la nostra forza.

Quali sono i principali problemi legati alla conduzione di un’azienda agricola?
Piero: Indubbiamente gli aspetti  burocratici sono un problema. E’ la parte dell’attività più noiosa che e ti toglie un po’ il piacere del lavoro. Inizia a pesare in quanto porta via parecchio tempo.
Laura: Il fatto di non avere un lavoro fisso e sicuro tutti i giorni però questo può anche essere uno stimolo ad inventare ogni giorno qualcosa di nuovo per far crescere l’azienda.

Recentemente siete stati in Giappone come espressione del turismo nazionale una bella responsabilità. Come è stata l’esperienza?
Piero: Sono stati invitati i miei genitori da una rivista giapponese che si chiama «Italia zuki» che significa “Io amo l’Italia”, rivista che si occupa di cucina e tradizioni italiane. Ogni anno fanno una manifestazione in cui invitano una realtà del Nord, una del Centro e una del Sud. Per il Nord c’eravamo noi. Per il Centro le Marche e per il Sud la Calabria. Prima dell’arrivo dei genitori la rivista ha pubblicato delle ricette sulla loro rivista e poi al loro arrivo hanno cucinato dei menu prefissati in varie occasioni. Prima in una serie di ristoranti per 20-30 persone e poi per un evento più grande con centinaia di persone, ovviamente supportati da dei cuochi giapponesi che hanno imparato a preparare le nostre ricette tradizionali.

Oltretutto era la prima volta che veniva coinvolto un agriturismo?
Piero: E’ vero. Di solito venivano invitati ristoranti e, comunque, realtà più grandi della nostra. E’ stata una bella soddisfazione.

Come è cambiata la clientela delle strutture agrituristiche? Più stranieri o più italiani?
Piero: Si sono accorciati i periodi di soggiorno, soprattutto degli italiani. Nell’ultimo anno in cui la crisi si è fatta più sentire ha retto meglio la clientela straniera. Le presenze degli italiani sono crollate.

Con quali mezzi promuovete la vostra attività? Quali danno i risultati migliori?
Laura: I Social Network sicuramente sono quelli che ci permettono di arrivare a più persone con l’uso di fotografie o piccole storie che postiamo tutti i giorni. Attualmente siamo presenti su Facebook e Twitter e, recentemente, stiamo cercando di muoverci verso Istagram per far vedere l’azienda, i piatti che proponiamo, i dolci, tutto quello che facciamo quotidianamente. Per noi è un modo per aprirci ad una clientela internazionale.

L’agroalimentare in Valle d’Aosta è sempre più un volano per il turismo?
Piero: C’è stata un’evoluzione. I turisti apprezzano i prodotti locali, la cucina locale. Si interessano alle produzioni. Vogliono visitare i locali di produzione. Ad esempio nel nostro caso il laboratorio del formaggio e desiderano anche fare delle domande a mia moglie che li realizza. C’è anche gente che ha assaggiato i nostri prodotti in altri alberghi e allora vengono da noi in azienda per conoscere realmente chi li produce. Non penso sia moda in quanto è un interesse cresciuto lentamente e che si è consolidato sia da parte degli italiani che degli stranieri.

Una novità da annunciare a livello imprenditoriale?
Piero: Noi in questi trent’anni ci siamo sempre continuamente adattati alle novità. Dal modo di contattare la clientela alla commercializzazione. Potremmo dire che noi applichiamo l’innovazione continua.

Un sogno imprenditoriale da realizzare
Piero: Il mio sogno è quello di proseguire a portare avanti l’azienda continuando a rinnovarsi e constatando la quotidiana soddisfazione dei clienti, il segno migliore che stiamo lavorando bene. Vorrei soprattutto riuscire ad avere idee nuove questo è il mio sogno.
Laura: Riuscire ad entrare in azienda con un ruolo un po’ più importante e a dare il mio contributo.

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