13 febbraio 2014

Un forum per un nuovo modo di dialogare tra Pubblica Amministrazione e Terzo Settore

Terzo e ultimo articolo pubblicato sul Rapporto Vale d'Aosta del Sole 24 Ore.

Un nuovo modo di dialogare fra pubblicazione amministrazione e Terzo Settore. Anche la Valle d’Aosta dal mese di gennaio ha il suo Forum regionale. Francesca Testa e Andrea Borney sono i primi due portavoce del Forum del Terzo Settore della Valle d'Aosta. Il nuovo soggetto, costituito a metà gennaio, rappresenta un mondo composto da 1.319 entità “non profit”, occupa oltre 2.700 addetti producendo  almeno il 4% del Pil regionale. 

«In Valle d'Aosta – sottolinea Borney – c’è l'esigenza di nuove modalità di dialogo tra la Pubblica Amministrazione e il terzo settore, in virtù dei profondi cambiamenti sociali in atto e la necessità di ridisegnare le politiche di “welfare” in percorsi il più possibile condivisi che premino i processi dal basso. Solo con il dialogo e solo ascoltando le antenne sensibili del territorio e coinvolgendole in tali processi, infatti, la Pubblica Amministrazione potrà dare risposte concrete ed efficaci per uscire da questo momento di difficoltà». 

Ai lavori dell’Assemblea ha partecipato anche Stefano Tassinari, Coordinatore nazionale del Forum del Terzo Settore. «La forza del Forum  – ha commentato – è la capacità di parlare con le persone e non solo con le istituzioni. È importante di fronte a questa crisi non vedersi da soli ma insieme, e soprattutto vedersi attori e non stare ad aspettare che qualcuno ci risolva i problemi. È assolutamente necessario provare a cambiare questo modello economico, e si può fare solo dal basso»

Un sogno condiviso anche dalla professoressa Anna Maria Merlo, docente di Economia solidale e gestione delle aziende non profit presso l’Università della Valle d’Aosta, per la quale il tessuto solidale valdostano presenta degli elementi di assoluto interesse: «Istituzioni e imprese devono finalmente comprendere che comportarsi in modo responsabile e solidale e non più con un approccio speculativo, attento unicamente al profitto e alla ricchezza, non è soltanto un comportamento o un'attitudine che contiene dei valori, quindi buona o giusta, ma è prima di tutto un comportamento razionale e una risposta intelligente rispetto alle difficoltà e alle necessità delle persone e del mondo». «Dal punto di vista della dottrina economica – conclude la docente -  si tratta di una reazione razionale rispetto ai fallimenti ormai evidenti dell'economia classica. Mi auguro che sempre di più in futuro  essere speculatori egoisti, opportunisti, sia ritenuto un comportamento anacronistico e sbagliato. Aggiungerei antieconomico». 

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