28 ottobre 2015

Roberto Montrosset (#Edilizia): «Puntiamo a coinvolgere gli istituti di credito»

Roberto Montrosset
Intervista a Roberto Montrosset, Presidente della Commissione di Coordinamento degli enti paritetici dell'edilizia valdostana.

Lo avete detto molto chiaramente nella conferenza stampa della scorsa settimana: Il settore delle costruzioni in Valle d’Aosta è attraversato dalla crisi peggiore del dopoguerra…
Diciamo che la novità è che finalmente questa crisi viene misurata e ci sono dei dati su cui fare dei ragionamenti. L'iniziativa sostenuta dalla Cassa Edile valdostana è quella di creare un Osservatorio che ci possa dare le dimensioni del comparto edile e dei vari movimenti che si stanno effettuando soprattutto in un periodo in cui servono dei dati per poter fare dei ragionamenti.

Mi ha colpito il fatto che voi lamentiate una carenza di attenzione che potremmo dire globale. Cito una sua frase: “Per i 1500 posti di lavoro persi nel nostro settore non si muove nessuno
Invece per gli 8 alla Feletti grandi titoli sui giornali”. Come operatore dell'informazione devo purtroppo darle ragione... Ma come mai questa diversità di trattamento?
E' una condizione che esiste da sempre. L'imprenditore delle costruzioni è poco tenuto in considerazione. Sembra che il comparto sia un derivato di altre situazioni. L'industria, non solo in Valle d'Aosta gode di maggior considerazione. Noi abbiamo portato avanti questa iniziativa proprio per destare attenzione su un comparto che è così importante.

Definiamo le dimensioni di questa crisi…
Sotto il profilo dimensionale i dati che possiamo rilevare non sono tanto quelli della ricaduta, cioè meno imprese o meno dipendenti. Possiamo però determinarle dai minori investimenti nel settore delle infrastrutture per cui il bilancio regionale che iene meno in considerazione il settore, il mercato immobiliare fermo, poche idee innovative per cui sul mercato non si creano nuovi spazi. Questo in termini concreti significa più di 1200 dipendenti che non sono più iscritti alla Cassa Edile che piacerebbe capire anche a noi dove sono andati a finire.

Dicevamo che gli appalti pubblici e gli investimenti privati sono quasi ridotti a zero e per il futuro le previsioni sono ancora negative...E' uno scenario che possiamo dare per assodato?
Direi proprio di sì. Da una lettura dei bilanci triennali dell'Amministrazione pubblica regionale si evince chiaramente che è stato il settore più colpito dai tagli. La struttura del bilancio regionale che noi speravamo fosse soltanto in una fase iniziale così composta perdura e dall'altra parte le transazioni immobiliari sono in difficoltà anche in seguito ad una difficoltà di accedere al credito da parte delle famiglie.

Eppure nel vicino Piemonte la situazione è molto diversa...Come mai?
Nel dettaglio non sono entrato. Ho letto quanto dice Ance Piemonte ed ho letto i dati che sono esattamente uguali ai nostri con però un segno più davanti, di conseguenza raddoppia la distanza tra noi e loro. Forse la ripresa delle attività industriali può essere stata d'aiuto indubbiamente c'è da fare una riflessione, forse c'è da andare a capire perché loro sono riusciti ad iniziare a crescere.

Però voi, dopo il Cahier de doléances, avete anche fatto delle proposte. Può descriverle?
In merito alle proposte io ho una visione molto personale in base alla quale ognuno deve avere il proprio ruolo. E mai mi voglio sostituire a chi per competenza e ruolo stesso deve prendere delle decisioni. Noi ci rendiamo disponibili a lavorare insieme per individuare nuovi spazi, siamo disponibili a ristrutturare le nostre aziende in termini di riorganizzazione e riqualificazione del personale. Però il compito dell'imprenditore in questa fase non è di certo di pianificare il futuro. Spetta a qualcun altro. Anche perché ad oggi non c'è nemmeno un luogo, una istituzione su cui possiamo fondare le nostre aspettative, dove andare a portare avanti le nostre idee. Parallelamente qualche spiraglio noi ce l'abbiamo. Per esempio il project financing è stato tralasciato. C'è una certa difficoltà nella normativa forse bisognerebbe fare qualcosa. Mi è giunta notizia che a Bolzano hanno iniziato a cambiare la legge regionale proprio il 13 di ottobre. Se non abbiamo idee noi forse riusciamo a copiare dagli altri.

C'è stata anche una querelle con gli albergatori che, forse, è stato un fortuito caso di reciproco fuoco amico. Cosa vuole dire a Cavaliere?
Le esternazioni sul settore sono state fatte da un mio collega per giunta albergatore. Io do una mia interpretazione. Noi crediamo come costruttori che il mercato dell'immobile alberghiero sia una opportunità per noi. Per cui quello che ci serve è che si continui e si mantengano alti gli investimenti in questo settore. Non voleva essere una critica, ma il nostro sostegno affinché continui ad esserci.

Questa conferenza è però una prima tappa di un cammino che intendete proseguire...
Assolutamente sì. Ho convocato la Commissione di Coordinamento proprio per definire le strategie future. Vogliamo rendere chiaro qual è il mondo dell'edilizia e sicuramente proporrò alla Commissione di entrare più nel merito di quali sono i 1200 dipendenti non più iscritti, per dargli un volto, una fisionomia; per capire se stiamo perdendo delle professionalità acquisite oppure se delle competenze possono essere recuperate. Il nostro scopo dell'Osservatorio serve a tutti per avere uno strumento su cui fare delle analisi, delle riflessioni su cui progettare il futuro. Non vuole mettere in difficoltà nessuno. Non è nient'altro che una fotografia della situazione attuale

Un aspetto che pochi hanno messo in evidenza è che si è trattato di una iniziativa che ha visto compatti imprenditori e lavoratori attraverso le rispettive associazioni di categoria…Non accade spesso…
Non accade spesso ma è il frutto di una iniziativa congiunta che sia i datori di lavoro che le organizzazioni sindacali dei lavoratori hanno deciso di far confluire in un ente paritetico bilaterale dove si siedono in maniera paritetica gli attori del sistema delle costruzioni. Ed è per questo che è la cassa Edile a sostenere anche i costi di questa iniziativa. Io ritengo che il tenere in maggior considerazione un comparto sia comune sia per il dipendente che per il datore di lavoro. In questo momento di crisi le distanze si sono ridotte ancora di più. E c'è da fare una riflessione. Io credo però che i nostri dipendenti questa riflessione l'abbiano già fatta da tempo. L'interesse dell'azienda è anche il loro. La Valle d'Aosta non ha aziende di così grosse dimensioni tali da rendere la distanza tra lavoratore e imprenditore così abissale

Un sogno imprenditoriale e da realizzare per il settore?
Noi riteniamo che tenere in considerazione le forze che operano nel settore sia fondamentale. Per cui una condivisione del progetto debba essere collettiva e riguardare tutti. In questo caso magari coinvolgere anche gli istituti di credito, in particolare quello territoriale, potrebbe essere una soluzione per risolvere anche i problemi finanziari.

E magari riuscire a coinvolgere di più le Istituzioni?
Il nostro problema è che la nostra attività coinvolge l'Assessorato all'Industria, ai Lavori Pubblici, all'Agricoltura. Il tavolo è molto grande ed è difficile riuscire ad organizzarlo. 

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