22 luglio 2016

Aldo Zappaterra (#Confartigianato): «In economia si deve vincere la paura del futuro»

Da sinistra Nicola Rosset (Chambre Valdôtaine) e Aldo Zappaterra
Intervista a Aldo Zappaterra, direttore di Confartigianato Imprese Valle d'Aosta 

La grande novità è la fusione con l'Associazione Artigiani Valdostani… 

L’unificazione dell’Associazione Artigiani Valle d’Aosta con la Confartigianato Aosta ha dato luogo alla nascita della Confartigianato Imprese Valle d’Aosta. Sono anni che le due Associazioni collaborano. E’ infatti convinzione comune che con l'attuale situazione economica non è più possibile mantenere divisioni all’interno del mondo artigiano. Questo significa maggior costi per l'azienda ma soprattutto minore possibilità di incidere sul piano sindacale da parte dell'associazione nei confronti della pubblica amministrazione e di tutti quegli enti dove gli artigiani devonoa vere una voce molto forte per difendere non soltanto i propri interessi, m ala situazione economica. Se le associazioni non uniscono i loro sforzi rischiano di perdere non solo iscritti, ma soprattutto la forza della rappresentanza degli interessi di un mondo che in questo momento di crisi dimostra una notevole tenuta con grandi sacrifici personali. 

Quali sono gli attuali numeri del nuovo soggetto? 

Gli iscritti alla nuova Associazione sono 1334 e rappresentano circa il 30% delle imprese iscritte all’albo artigiano della Valle d’Aosta, siamo la prima Associazione in Valle d’Aosta. E' una cifra importante perché ci pone al 28° posto a livello nazionale per quanto riguarda il rapporto tra imprese iscritte all'Albo delle Imprese artigiane e iscritti all'associazione. Confesso che avrei preferito una posizione inferiore. Il problema è che gli iscritti all'Albo artigiani sono calati notevolmente. Siamo passati da 4200 iscritti a 3700. Preferirei avere una posizione migliore ma che ci fossero 700 imprese in più. 

Dal suo osservatorio qual è la situazione del mondo artigiano? 

La situazione è particolarmente difficile per tutte le categorie, in particolar modo per le imprese edili ed impiantiste. I dati sono preoccuopanti. Nel 2015 sono risultate attive 564 delle imprese iscritte all’Ente Paritetico Edile della Valle d’Aosta, circa il 35% in meno di quante erano risultate attive nel 2007. La perdita dell’ultimo anno è stata del 6%. Gli operai attivi nel 2015 sono 3278 ciò significa - 34% rispetto al 2007 quando gli operai erano quasi 5000. La diminuzione dei dipendenti, seppur in modo diverso, riguarda anche le altre categorie. Tutti hanno registrato una contrazione. E in Valle diverse aziende hanno chiesto la cassa integrazione straordinaria. La situazione è abbastanza critica. 

In materia di credito nella nota che avete diffuso vi siete espressi convintamente per il Confidi unico. Come mai? 
Per quanto riguarda il credito un Confidi unico in una piccola realtà come la nostra non è soltanto importante ma fondamentale. Oggi non si può pensare di tenere in piedi tre-quattro Confidi. Esso risponde a due precise esigenze, una di buona amministrazione. E’ evidente che con un unico Confidi, non subito ma nel giro di poco tempo ci sarebbe un notevole calo dei costi di gestione, la seconda più importante si rafforzerebbero le posizioni delle aziende nei confronti del sistema bancario per ciò che attiene l’accesso al credito. Dobbiamo pensare non alle presidenze, non alle direzioni di Confidi ma alle aziende. 

Quali saranno i punti qualificanti della nuova presidenza che avrà alla guida Guglielmo Risso? 
Dopo le due assemblee del 10 di giugno c'è già stato un direttivo predisponendo il programma dell'attività. Il Presidente cercherà prima di tutto di proseguire nel buon rapporto che già esiste con la pubblica amministrazione. Stiamo lavorando unitamente alle altre associazione degli edili e degli impiantisti per far si che nel rispetto delle norme una quota di appalti possono essere assegnati ad imprese valdostane che qui danno occupazione e pagano le tasse. Credo, inoltre, che rivesta una grande importanza riprendere la strada della collaborazione fra tutte le associazioni di categoria, nessuna esclusa. Nella nostra realtà istituzionale, 120.000 abitanti, in un momento di difficoltà come quello che stiamo vivendo, pensare che da soli si possa rispondere alle giuste esigenze che gli associati manifestano: è una pura illusione. Se vogliamo mantenere in piedi un tessuto economico ed evitare una lunga agonia, dobbiamo evitare particolarismi e manifestazioni da primi della classe o insieme ne usciamo, o insieme affossiamo. 

Uno dei temi caldi è il passaggio generazionale. Nel mondo artigiano ci sono dei saperi che rischiano di perdersi...Un settore dove c'è grande preoccupazione, ad esempio, è quello dell'artigianato tipico… 
Parlare di passaggio generazionale in questo momento sembra fuori luogo. E’ invece questo un problema che va risolto con grande lungimiranza e buon senso. Oggi molti padri, rispetto a qualche anno fa, non se la sentono di lasciare ai propri figli il timone dell’azienda stante la situazione economica. Si chiedono se passare loro il lavoro significhi far loro un favore o metterli in difficoltà. Molto probabilmente cercano altre soluzioni. La crisi li sta sfiancando, ebbene perché non prevedere una legislazione premiante sul piano economico e normativo per questi passaggi. Incentivando per esempio, per un certo periodo di anni una riduzione delle imposte per i figli che subentrano ai padri e una linea di favore per l’accesso al credito. Così come devono essere incentivate le nuove attività nei settori ad alto tasso tecnologico. Un simile ragionamento andrebbe anche fatto per le start up, per le imprese giovanili, per quelle femminili, ad esempio nel settore del benessere e del servizio alle persone. Il tempo dei colletti bianchi è finito oggi genitori e ragazzi devono pensare non ad un posto ma ad un lavoro. E' a questo che oggi si deve pensare. 

A Como, ad esempio, hanno attivato il primo Liceo dell'artigianato. E' una scelta di sostanza o puro maquillage? 
A Como si sta sperimentando il liceo dell’artigiano. Se sarà una scelta di sostanza o di puro maquillage, sarà il tempo che lo dirà. Si tratta comunque di un'esperienza importante. E il binomio scuola-lavoro deve essere sostenuto. Il tempo dei colletti bianchi è finito nel mondo della globalizzazione. Essere in grado di svolgere un lavoro potrà consentire ai nostri giovani di guardare al futuro con meno preoccupazione. 

Qualche novità in vista per il 2016 come associazione?
A settembre andremo nella nuova sede alla Pépinières, metteremo in piedi alcuni nuovi servizi, ma soprattutto vorremmo assistere gli artigiani e avere con loro un rapporto molto preciso in riferimento a quanto dovremo andare a chiedere alla pubblica amministrazione, sapendo benissimo che non è più come prima, ma assieme potremmo riuscire a mettere in piedi un meccanismo virtuoso affinché ci sia una circolazione di capitali all'interno della nostra realtà per dare alcune risposte affinché la disoccupazione e la moria delle aziende abbia quanto meno a bloccarsi.Questo è un impegno che cis entiamod i assumere con le nostre imprese associate, oltre a tutti i servizi che siamo in grado di dare cercheremo di farlo nel miglior modo possibile e nell'interesse di tutti.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Sono convinto che non dobbiamo sempre pensare che le cose vadano male. Dobbiamo iniziare a pensare, a raccogliere le forze. E' vero che la situazione dal punto di vista economico, legislativo non è più come prima ma allo stesso tempo dobbiamo pensare che in una situazione come questa possiamo fare dei passi avanti. Va vinta la paura verso il futuro. Si deve essere consapevoli, responsabili, ma non si deve avere paura perché la paura fa affossare tutti i paesi. La situazione va affrontata. O vinciamo tutti assieme o perdiamo tutti assieme.

0 commenti:

 

© ImpresaVda Template by Netbe siti web