20 gennaio 2017

Valeria Imperial (#Fleurfolie): «I giovani nel #commercio portano idee nuove»

Valeria Imperial
L'intervista di questa settimana è a Valeria Imperial, titolare del negozio Fleurfolie, appena aperto in via Sant'Anselmo.

Come nasce questa avventura imprenditoriale?
In questi ultimi tre anni ho girato parecchio per l'Europa. In particolare ho vissuto in Francia dove ho fatto l'Accademia d'arte floreale. In questi miei viaggi ho visto che nei paesi esteri questa nuova realtà esisteva già, e cioè abbinare al negozio di fiori, che non è il classico “garden”, ma un negozio più piccolo e curato, la parte della caffetteria in modo che se uno vuole prendere un mazzo di fiori o rilassarsi in un ambiente naturale, che ben si sposa con il contesto naturale della nostra Valle, può prendersi un caffè.

E' la prima esperienza imprenditoriale?
Ho lavorato da mia mamma. Anche lei ha un garden e un vivaio di pianti e fiori a Gressan. Quindi lavorando con lei, studiando e girando per fiere abbiamo notato realtà simili in Olanda e Francia dove sono molto più sviluppate che in Italia.

Una curiosità. In cosa consiste l'Accademia floreale?
E' una scuola che dura due anni. Si parte dalla decorazione del fiore fino ad arrivare ai grandi matrimoni, ai grandi wedding planner, all'arte funebre, alla pianificazione di grandi eventi. E' una scuola riconosciuta in tutta Europa.

Perché hai scelto questo settore? Storia di famiglia a parte…
C'è la storia di famiglia, ma è anche un mestiere che mi piace e se non fosse così sarebbe difficile farlo. Mi piace la decorazione, i fiori, la natura

Un negozio di fiori che non è soltanto un negozio di fiori… Qual è stato il negozio in particolare che ti ha convinto?
A Torino ce ne è uno molto bello, che si chiama Floris Café, più o meno come il mio soltanto che al posto dei fiori freschi loro propongono essenze, candele, il tema è comunque lo stesso.

Anche voi proporrete simili prodotti?
No. Noi proporremmo il fiore fresco, la pianta, magari qualche complemento d'arredo, ma restando nella natura, infatti abbiamo scelto di decorare il soffitto in base alle stagioni in modo che all'interno della caffetteria sembri di essere all'interno di un piccolo giardino, di un piccolo parco.

Da persona che non conosce il settore nella scelta di un locale di questo genere, questa specie di bar, ci sono anche dei prodotti particolari che vengono offerti…
Prima di tutto non lo chiamo bar in quanto non c'è il bancone. L'unico prodotto particolare è un the che si chiama Mariage Frères e che dà delle esclusive. Di conseguenza per proporlo abbiamo dovuto fare un percorso un po' lungo. E' un the fatto tutto con erbe naturali.

Come è stato aprire una nuova attività? Quali sono stati gli ostacoli maggiori?
Non è proprio facilissimo. La burocrazia ha tempi lunghi. La clientela e il turismo in Valle d'Aosta penso stiano migliorando, ma la strada è ancora lunga.

All'estero sarebbe stato più semplice?
Non lo so. Le leggi in Francia sono differenti, io ho abitato a Megève, però, secondo me, dal punto di vista del turismo loro sono molto più avanti di noi.

Pensi anche di proporre eventi?
Ci stiamo lavorando.

Secondo te oggi per un giovane il fare impresa è una scelta obbligata sul fronte occupazionale?
Non penso. Credo che nel commercio oggi è giusto e si vedono delle differenze importanti quando i giovani si mettono in gioco. Soprattutto giovani che hanno studiato e un po' girato al di fuori della Valle. Portano novità che possono aiutare la nostra Valle.

Quindi più che una scelta obbligata una scelta in grado di dare un aiuto…
Esattamente.

Quali sono i tuoi obiettivi per il 2017 come avvio di attività?
Per il momento andiamo piano, piano. Non siamo riusciti ad aprire per Natale quindi il clou lo abbiamo perso però ci sono molti obiettivi che speriamo di raggiungere in fretta. Già la Fiera di Sant'Orso dovrebbe essere un primo appuntamento importante.

C'è una cultura diffusa dell'acquisto del fiore in Valle?
Non è facile da dire. I giovani italiani in generale non hanno molto la cultura del fiore. Ne hanno molta di più i sudamericani, i Paesi dell'Est.

Un esercizio come il vostro può fare un'azione culturale in questo senso?
Direi di no. Penso che dipenda da ciascuno di noi e dalla cultura che ha ricevuto. Penso che un fiore, la natura in generale portino sempre buonumore, siano sempre un messaggio positivo.

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Non bisognerebbe dirlo. Se è un sogno è nel cassetto e non va svelato. 

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