29 aprile 2017

Alberto Papagni (#TurismOk): «Aiutiamo le aziende alberghiere a migliorare l'offerta»


Questa settimana abbiamo intervistato Alberto Papagni (a destra nella foto), socio-fondatore di TurismOk, società di Consulenza turistica, studi e ricerche in ambito turistico e Destination Management.

Di cosa vi occupate esattamente?
E’ più facile dire quello che non siamo. Non siamo un tour operator. Non siamo un’agenzia di viaggi. Siamo un gruppo di professionisti che lavorano al fianco delle imprese turistiche, alberghiere in particolare, per offrire un servizio di assistenza finalizzato a migliorare i risultati della loro azienda. Non abbiamo mai contatto diretto col turista finale. Siamo nel backoffice con l’albergatore e le imprese turistiche.

Una parte del vostro lavoro consiste nello studiare il turismo: uno dei vostri ultimi lavori riguarda il revenue responsabile. Che cosa è e che cosa avete scoperto?
La parola revenue fa riferimento alla gestione dinamica delle tariffe in relazione alla domanda. Nulla di nuovo ma un sistema derivato da quello che per esempio accade negli aerei e cioè c’è una tariffa che non è più fissa, non è più legata alle stagioni, ma si muove rispetto a quella che è la domanda in tempo reale per questo motivo possono esserci alberghi che al mattino espongono una tariffa e alla sera ne hanno un’altra perché nel frattempo si sono riempiti. Responsabile è un aggettivo che abbiamo aggiunto noi perché è un argomento molto delicato in quanto necessita di una scientificità nella sua applicazione altrimenti rischia di fare grossi danni al territorio.

Voi fate anche consulenza per le strutture alberghiere. Dopo l’intervista raggiungerai proprio un cliente: che tipo di servi offrite?
I servizi spaziano molto. In realtà consistono in tutto ciò che riguardano la parte di analisi, promozione e commercializzazione dell’impresa. Il nostro servizio comincia da un sopralluogo all’interno dell’azienda. Ci rendiamo conto di cosa va e di cosa non va. Di cosa tiene il freno a mano tirato e non consente di produrre i risultati che ci si aspetterebbe e a partire da questo definiamo una serie di azioni da porre in essere e le condividiamo con l’albergatore o l’imprenditore del caso. La differenza, la peculiarità che ci contraddistingue è che oltre a dirlo siamo in grado di realizzare tutti i servizi. E quindi diventiamo alla fine un braccio destro, un ufficio vero e proprio esterno dell’albergo o dell’impresa dando un servizio che ha un taglio molto operativo e finalizzato ad avere dei risultati sui quali percepiamo il nostro guadagno.

Voi siete degli studiosi del turismo. Di conseguenza il vostro è un osservatorio perfetto per questi temi: sta cambiando il modo di fare turismo in Valle d’Aosta?
Si. Noi facciamo questa attività da dieci anni e abbiamo visto tanti cambiamenti. E forse cambia in modo più rapidamente di quanto le imprese riescano ad adattarsi. E questo è il punto in cui si inserisce la consulenza di TurismOk, cioè dare la possibilità all’azienda di aggiornarsi e di tenere il ritmo di questi cambiamenti per rimanere competitivi. In effetti i dati sono alla base di tutto ciò che andiamo a fare e per questo abbiamo costituito al nostro interno un Centro studi che si occupa ogni giorno di analizzare e monitorare la situazione e che è coordinato dal mio collega Jean Paul Tournoud, molte ricerche sono pubbliche, altre ci servono come base per le nostre strategie. Tra poco ci sarà il nostro punto sulla stagione invernale.

C’è un trend particolare che dal nazionale ormai è arrivato anche in Valle d’Aosta?
I trend sono consolidati, forse più che nelle abitudini di vacanze che ormai sono note e cioè caratterizzate da instabilità dei flussi - ormai divenuta la variabile più difficile da gestire con momenti in cui la domanda è altissima e altri in cui è pressoché inesistente – per quanto riguarda l’offerta. E’ cambiato molto lo scenario delle imprese. Molta microricettività, molta difficoltà in alcuni territori per le imprese più grandi con pro e contro. Bed&breakfast, affittacamere è una tipologia che si è diffusa un po’ in tutta Italia condotta spesso a livello di gestione familiare con l’obiettivo di una redditività complementare. Di per sé sono un’ottima opportunità anche s eil proliferare di queste strutture mette sul mercato un numero importante di strutture ma se negli ultimi anni chiudono le imprese alberghiere più grandi è chiaro che il saldo sui posti letto diventa negativo. E ci troviamo più strutture e meno posti letto.

Qualche consiglio per chi vuole dedicarsi all’attività turistica in Valle d’Aosta?
Ne ho uno in particolare che spesso ci capita di dover dare. Chi si avvicina a queste attività imprenditoriali, in particolare all’albergo, lo fa spesso – se mi permettete – con un approccio un po’ superficiale. C’è un investimento molto, molto forte dal punto di vista strutturale. Abbiamo creato una bellissima struttura ricettiva salvo poi dimenticarsi completamente di investire qualcosa in commercializzazione e comunicazione. Si pensa che una volta che la mia casa è perfetta arriveranno tutti i clienti. Ma non è così. Un lancio commerciale è inevitabile.

Si stanno affacciando molti giovani nel settore?
Questo faccio più difficoltà a dirlo. Noi siamo partiti dieci anni fa’ anche con poche certezze. Eravamo molto giovani. Ci abbiamo provato e la scommessa per ora è andata bene. I giovani si avvicinano ma la difficoltà più grande non è tanto il partire ma il poter crescere, soprattutto in un realtà come quella valdostana. Anche per noi non è così immediato.

Come Turismok avete progetti particolari per il 2017 e per il 2018?
Un obiettivo di quest’anno è quello della crescita, anche grazie all’ingresso di un nuovo socio, Aimé Pernettaz che si è aggiunto alla nostra squadra a gennaio. Vogliamo ampliarci investendo sulle risorse umane e sui ragazzi. Abbiamo anche scommesso su un team di giovani con Fausto Pellincioli, un nostro collaboratore preziosissimo che ci ha raggiunto l’anno scorso con un’esperienza di tirocinio. Noi vorremmo confermarci in altre realtà territoriali del Nord Italia come il Piemonte, in particolare la zona Laghi, il Monferrato dove stiamo già lavorando bene da alcuni anni, però per crescere occorre avere una squadra unita e compatta in grado di lavorare per un solo obiettivo.

Il vostro cliente più lontano dalla Valle d’Aosta?
Geograficamente sta a Bologna all’aeroporto Marconi. E’ un grande albergo di oltre 100 camere, una realtà completamente diversa da quelle che viviamo a livello locale. Come mentalità invece è molto più vicino di quanto possiamo pensare. Abbiamo visto spesso lamentele sul nostro modo di essere, ma in realtà anche altri territori dove abbiamo operato abbiamo riscontrato delle barriere culturali e imprenditoriali che faticano ad essere abbattute. Ad esempio il tema delle tariffe dinamiche, anche se fondamentale e importante per la sopravvivenza delle imprese, fatica ancora incredibilmente ad essere accettato

Un sogno imprenditoriale da realizzare?
Mi ripeto. Il nostro sogno è quello di consolidarci e crescere e avere l’opportunità che la nostra start up iniziale diventi una azienda ancora più grande di quella che è già diventata in questi anni. 

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